- Distanza: 90 km
- Dislivello: +1021/-1818 m
- Regione: Emilia Romagna
- Periodo: Giugno 2025
Un’avventura in e-bike di 90 chilometri dagli Appennini al Mare Adriatico. Questo racconto ci porta da Verghereto attraverso il suggestivo Monte Fumaiolo, dove nasce il fiume Tevere, giù per incantevoli borghi medievali come Pennabilli e lungo la bellissima ciclabile della Val Marecchia.
Oggi sperimentiamo panorami appenninici mozzafiato, visita a paesi storici e un’emozionante discesa dai 1.400 metri di altitudine fino al livello del mare sulle spiagge di Rimini.
Descrizione del percorso
Verghereto – Monte Fumaiolo (km 0 -> km 10)
Oggi partiamo da Verghereto. Lasciamo l’auto nel parcheggio sulla destra prima della curva, da qui ci aspettano 90 chilometri per arrivare a Rimini. Quindi il piano è di lasciare l’auto qui per la notte per poi tornare a prenderla domani.
Prima di partire, approfittiamo del fatto che il piccolo alimentari del paese è aperto per acquistare un paio di panini con la finocchiona che mangeremo più tardi.
Imbocchiamo la vecchia statale in direzione del valico di Montecoronaro. La partenza è su asfalto in discesa per un paio di chilometri poi la strada inizia a salire tra boschi e pascoli senza traffico.
Saliamo con calma facendo economia della batteria perché la giornata è calda e nel lungo tratto fino al mare che dovremo percorrere sull’altro versante potremmo trovare vento contro, quindi meglio conservarla.
Arriviamo al valico di Montecoronaro (865 mt), ben segnalato, voltiamo a sinistra per salire verso il paese. Attraversiamo il nucleo storico con le case in sasso e iniziamo a salire i tornanti che si snodano tra le case di villeggiatura.

Da Montecoronaro verso i boschi del Fumaiolo
Ancora un paio di chilometri poi le case finiscono e ci troviamo a pedalare da soli tra i boschi che si aprono a tratti sui bruschi calanchi che caratterizzano queste parti dell’appennino, brulli canyons lungo i quali partono i sentieri di chi viene qui per camminare.
Siamo saliti a circa 1200 mt ma noi puntiamo ai 1400 metri del valico del Monte Fumaiolo che ci aspetta più in alto. Continuiamo a pedalare su fino ad incrociare la strada che sale da Riofreddo, voltiamo a destra e proseguiamo.
La vegetazione presto cambia e quando la strada, sempre asfaltata, entra in pieno bosco e noi siamo circondati da alberi altissimi, capiamo che siamo vicini al Fumaiolo.
Anche la presenza di qualche moto che sale i tornanti e dei villeggianti venuti a cercare un po’ di fresco ci dice che non siamo lontani.

Un paio di tornanti e siamo al valico del Monte Fumaiolo: parcheggi, campers, moto, due ristoranti. Sul lato sinistro della strada c’è la partenza del sentiero che porta alle sorgenti del fiume Tevere. E’ segnalato da un cartello turistico e non si può percorrere in bici, è solo pedonale.

Il sentiero è perfettamente tenuto e lungo circa 600 metri. Leghiamo le bici alla staccionata all’inizio del sentiero e iniziamo la discesa nel bosco, il tratto è breve e in dieci minuti siamo alla sorgente, ci sono un po’ di tavoli e siccome è quasi ora di pranzo decidiamo di sostare a mangiare i panini presi a Verghereto, buonissimi.

Abbiamo ancora molti chilometri di strada per arrivare a Rimini quindi non possiamo approfittare dell’ombra, risaliamo il sentiero e ci rimettiamo in strada.
Monte Fumaiolo – loc. Giardiniera a Casteldelci (km 11 -> km 26)
Ripartiamo dal Monte Fumaiolo per la ripida discesa che porta a Le Balze, 2 km di tornanti da affrontare con prudenza sia per il fondo stradale sia per le auto e moto che nei giorni festivi salgono al passo.

La discesa è veloce e in pochi minuti siamo già arrivati a Le Balze. Ci infiliamo nel piccolo centro storico per arrivare alla piazza principale che in pratica è una grande terrazza con una vista a perdita d’occhio verso la parte toscana del appennino… mentre mangiamo un gelato pensiamo già a futuri percorsi da fare su quel versante. Ma non oggi, è ora di riempire le borracce di acqua e mettersi di nuovo per strada.
Un chilometro fuori da Le Balze inizia la discesa. Il traffico è scarso, la strada asfaltata e i tornanti larghi invitano alla velocità ma è bene essere prudenti perché il fondo è a tratti dissestato. Si continua così per circa 10 km attraversando Senatello, Schigno e Mercato fino a località Giardiniera dove la strada provinciale incrocia via Castello. A sinistra in un chilometro si sale nel borgo di Casteldelci, noi prendiamo a destra per lasciare la valle del Senatello e proseguire verso la val Marecchia.

Casteldelci – Pennabilli (km 26 -> km 35)
La parte ripida della discesa finisce poco dopo Casteldelci, continuiamo a pedalare e passiamo il ponte sul torrente Senatello che ora si trova alla nostra destra, dopo circa 4 km il torrente Senatello si immette nel fiume Marecchia, ancora un paio di chilometri e la strada curva a destra per passare dall’altro lato del fiume, siamo ufficialmente nella valle del Marecchia lungo la strada che ci porterà al mare.
Raggiungiamo l’innesto con la strada statale Marecchiese, svoltiamo a sinistra e la percorriamo per circa 300 metri, poi quando vediamo la caffetteria, svoltiamo a destra per salire verso Pennabilli. E’ una salita abbastanza dolce lunga 2 km che ci porterà dentro Pennabilli, è l’ultimo sforzo perchè poi da quì in avanti sarà tutta una discesa fino al mare.
Se vuoi accorciare un po’ la strada ed evitare la salita a Pennabilli, puoi procedere lungo la statale per circa 9 km fino a Molino Ponte Baffoni, sicuramente la strada è più trafficata durante la settimana ed è bene indossare un bel giubbino giallo visibile da lontano.
Saliamo a Pennabilli, e al termine della salita una strada acciottolata sulla destra con un arco ci porta dentro il vecchio borgo. Ci perdiamo un po’ a girare nelle strette vie e poi entriamo per una visita al Orto dei Frutti Dimenticati ideato da Tonino Guerra nello spazio che era in passato l’orto di un convento, è pensato come un vero “museo dei sapori” per preservare piante da frutto antiche e quasi dimenticate.
Meriterebbe più tempo, ma non siamo nemmeno a metà strada quindi dobbiamo presto riprendere la via e proseguire in direzione Maciano.
Pennabilli – Ponte Baffoni – Novafeltria (km 35 -> km 50)
La salita a Pennabilli l’abbiamo scelta per evitare, il più possibile, di pedalare sulla statale sfruttando al massimo le strade secondarie. Attraversato Maciano siamo costretti però a confluire nella strada statale, dopo poche centinaia di metri possiamo però tagliare a destra verso Santa Maria e uscire così dal traffico. La strada che facciamo noi corre un po’ più alta e ci permette una bella vista sulla valle prima di rimetterci di nuovo sulla statale, ma siamo quasi arrivati a Ponte Baffoni che si trova a circa un chilometro più avanti, nella discesa che porta al ponte in lontananza si scorge la Rocca di Maiolo.
Superiamo il ponte e passiamo da lato sinistro del Marecchia. Pedaliamo ancora qualche centinaio di metri in rettilineo lungo la statale trafficata e quando arriviamo a Ca’ Borgaccio, in corrispondenza del gruppo di case allineate sulla statale, passato un piccolo rimessaggio si apre uno spiazzo sterrato sulla destra. Attenzione, non ci sono cartelli o indicazioni ma è qui che bisogna svoltare per lasciare la statale e iniziare a seguire la strada bianca che costeggia il corso del Marecchia.
E siccome non abbiamo fatto una foto, ecco il punto in cui svoltare preso da google maps.

Scendiamo verso il fiume, superiamo un ponte su un fosso e seguiamo lo sterrato, a un certo punto incrociamo la provinciale e poi proseguiamo dritto. Novafeltria è più in alto alla nostra sinistra, ma quasi non la vediamo. Ancora qualche colpo di pedali e siamo all’imbocco del Parco Ivan Graziani. Noi puoi mancarlo, con un enorme paio di occhiali rossi a segnare l’ingresso.
Qui è il momento di fare una pausa per bere qualcosa di fresco approfittando de l’Avamposto, il bistrot sul fiume. Poco più avanti nel parco c’è anche una fontana, perfetta per ricaricare le borracce di acqua. E’ bene fare scorta, il pomeriggio è caldo e abbiamo percorso 50 km, ne mancano ancora 40 per arrivare al mare.
Novafeltria – Pietracuta (km 50 -> km 62)
Dentro il parco procediamo con calma per la presenza di persone a passeggio, inoltre verso la fine c’è una stretta e insidiosa discesa sulla destra che porta alla Arena sul Fiume cui bisogna prestare particolare attenzione, però c’è l’ombra degli alberi che offre una bella sensazione.
Superata l’arena e i campi da basket lo sterrato prosegue ancora per poi stringersi e salire bruscamente verso la statale, la salita è improvvisa, stretta e ripida. Non ce la aspettiamo… e siamo costretti a scendere. Pochi metri e riprendiamo la ciclabile che costeggia per 200 metri la statale poi si butta a destra con una discesa altrettanto ripida verso la strada che costeggia il fiume. Siamo usciti da Novafeltria e ora sulla destra si vedono imponenti le fortezze di Maiolo e San Leo.

Pedaliamo veloci, per macinare un po’ di chilometri, verso Ponte Santa Maria Maddalena. Circa cento metri prima del ponte bisogna voltare a sinistra e risalire sulla statale per evitare l’ultimo tratto dello sterrato che sfocia su delle scalette che salgono al ponte. E’ una deviazione di poco conto, ma vi risparmierà la fatica di spingere la bici su per le strette scale.

Attraversiamo il ponte che si porta sul lato destro del Marecchia e subito ci infiliamo nel grande parcheggio alla fine del quale riprendiamo la ciclabile che costeggia la statale Marecchiese, poche centinaia di metri e la ciclabile scende sulla sinistra per avvicinarsi di nuovo al fiume che scorre più sotto.
Da qui proseguiamo fino a Pietracuta dove la ciclabile risale un breve tratto di un affluente, lo attraversa su un piccolo ponte pedonale e riprende a seguire il Marecchia.

Pietracuta – Lago Azzurro (km 62 -> km 79)

Seguiamo il Marecchia per altri 4 chilometri. Qui, come in altri punti, la strada bianca si avvicina e si allontana dal fiume che è capace di erodere le sponde molto velocemente durante le piene quindi è normale che spesso il tracciato sia più lontano e il fiume sparisca alla vista nascosto dalla vegetazione.
Una lunga curva a destra ci riporta sull’asfalto della statale. Quando la incrociamo svoltiamo a sinistra, cento metri e ci aspetta una rotonda trafficata, la imbocchiamo e usciamo prendendo Via Dogana che sale di fronte a noi, e prosegue parallela alla strada principale. In questo modo evitiamo di dover pedalare in mezzo al traffico. Procediamo un paio di chilometri poi la strada, che è chiusa per le auto, ma transitabile con le biciclette, ci rimanda sulla statale in corrispondenza di una seconda rotonda.
Prestiamo attenzione alle auto e camion e imbocchiamo la rotatoria. Di fronte a noi ci sono due strade che proseguono dritto, quella di destra è la statale Marecchiese, che vogliamo evitare per via del traffico, quella più a sinistra porta a Ponte Verucchio ed è quella che imbocchiamo noi.

Anche questa è una strada trafficata, ma la traccia ci dice che dura poco, infatti pedaliamo con attenzione per un chilometro poi al passaggio pedonale prima della piccola rotonda entriamo a destra nella ciclabile, superiamo la rotonda, e subito dopo la ciclabile cambia lato della strada. Attraversiamo e proseguiamo in leggera salita ancora per un centinaio di metri. Alla fine della curva, in corrispondenza del cancello di un capannone la ciclabile fa una svolta a “U” in una discesa chiusa da una sbarra che blocca i veicoli a motore, sulla sinistra si passa con la bici e si scende per uno sterrato un po’ sconnesso. Al termine della discesa siamo di nuovo sulla strada bianca a fianco del Marecchia.

Pedaliamo con il Fiume Marecchia a sinistra e la vista di Verucchio sulla destra. Lo sterrato è scorrevole e procediamo senza troppa fatica anche se la brezza che sale dal mare al pomeriggio inizia a farsi sentire.
Un imprevisto lungo la strada.
Sulla destra superiamo il Golf Club Rimini, il lago Santarini e il Lago Azzurro poi ci troviamo di fronte uno sbarramento. Un cartello indica la presenza di lavori più avanti e ci indica di deviare sulla destra per riprendere la statale Marecchiese. Non abbiamo molta voglia di finire a pedalare su una strada trafficata e decisamente pericolosa per le bici, ma non vorremmo fare chilometri a vuoto per poi dover tornare indietro.
Arriva qualcuno e ci dice che parte della ciclabile è crollata nel fiume per via dell’erosione dell’argine su cui era tracciata, in attesa dei lavori di ripristino passanti e ciclisti si sono ritagliati un passaggio più all’interno. Controlliamo con google maps e in effetti si vede il crollo della pista ciclabile e una traccia nel verde più distante dal fiume. E’ poco più avanti, perciò decidiamo di andare a vedere con i nostri occhi e decidere sul posto se il passaggio è fattibile.
Il fiume ha eroso ancora rispetto alle foto di google map e ha mangiato anche parte della traccia pedonale che ora è ridotta ad un passaggio stretto lungo una decina di metri: a sinistra una salto di circa 4 metri nel fiume, pericoloso a caderci, a destra una montagnola di terra con erba molto alta. Di fatto ci passa stretta una persona a piedi portando la bici a mano.
La giornata è secca e non piove da giorni, quindi decidiamo di passare portando la bici a mano con molta prudenza. Se il terreno fosse stato bagnato e scivoloso, saremmo sicuramente tornati indietro.

L’alternativa se doveste trovarvi qui con la ciclabile ancora bloccata è girare a destra alla deviazione, risalire via Savina fino ad incrociare via Casadei, svoltare a sinistra per scendere di nuovo verso il fiume, percorrerla fino a quando incrocia via Valdazze, poi proseguire fino ad una sbarra, che segna la ripresa della ciclabile a valle del tratto franato, allungando la strada di circa 2 chilometri.
Lago Azzurro – San Giuliano Mare, Rimini (km 79 -> km 90)
Passato questo ostacolo siamo di nuovo in marcia e sulla destra ci troviamo i laghi della ex cava INCAL, a fianco della ciclabile sono stati costruiti degli osservatori per guardare la fauna senza disturbarla, peccato che la vegetazione sia così rigogliosa che dalle feritoie si vedono solo foglie. Sicuramente in autunno e inverno qualcosa di più si vedrà.

Da qui procediamo spediti fino a incrociare il Parco degli Artisti, si può bere e mangiare, ma la nostra meta è il mare e decidiamo di tirare dritto. Il vento ci soffia in faccia già da parecchi chilometri. Sembra quasi di andare in salita quindi alziamo di una tacca la batteria della Mustache, che fino a questo punto avevamo economizzato, per arrivare presto in spiaggia.
Avvicinamento a Rimini
Qui la ciclabile corre larga, in pochi chilometri passiamo sotto all’autostrada e alla strada statale n.16 Adriatica. Subito dopo ci troviamo a dover superare lo scolmatore del Marecchia dove, per prendere il ponte di attraversamento, la ciclabile finisce in una strettoia ingombra di pattume e dove il manubrio quasi tocca i muri di lato. Avessimo avuto due borse laterali piene, non saremmo riusciti a passare. Per fortuna è un passaggio corto circa 10 metri, ma ancora una volta ci chiediamo come sia possibile che le amministrazioni, a fronte di importanti e apprezzabili progetti di ciclabili e ciclovie come è questa lungo il Marecchia, si perdano poi nei dettagli.
La brezza del mare adesso non è più fastidiosa è un sollievo che ci chiama e ricorda che dobbiamo continuare a pedalare. Siamo oramai in città, a destra le case e a sinistra il Marecchia. Sull’argine le persone tornano a casa dalla spiaggia in costume. Un bel contrasto con i boschi a 1400 metri del Monte Fumaiolo da cui siamo partiti 6 ore prima.

Siamo vicini. Ora possiamo rilassarci, passiamo sotto ad un paio di strade trafficate, alla ferrovia, poi il Marecchia all’improvviso ci mostra la foce che si immerge nel mare Adriatico a fianco della spiaggia di San Giuliano a Rimini. Dopo 90 km siamo arrivati.
Un giretto sulla spiaggia a toccare la sabbia e sul lungomare dietro gli stabilimenti balneari fino alla darsena serve a rimettere i piedi a terra dopo più di sei ore passate quasi tutte in sella alla bicicletta.

Mentre pensiamo ad un prossimo giro per percorrere anche l’altro lato del fiume, la sera si avvicina ed è arrivato il momento di riscuotere il nostro premio finale, una birra fresca e un fritto misto a Rimini.

Soste consigliate
- Le Sorgenti del Tevere al Monte Fumaiolo
- Pennabilli – Orto dei Frutti Dimenticati
- Punti panoramici lungo la ciclabile della Val Marecchia
Dove abbiamo mangiato
- L’Avamposto a Novafeltria
- Il Cucinotto a Rimini
Elenco delle località attraversate
- Verghereto
- Montecoronaro
- Monte Fumaiolo
- Balze
- Casteldelci
- Pennabilli
- Novafeltria
- Ciclabile del Marecchia
- Pietracuta
- Villa Verucchio
- Rimini
Scarica traccia GPX
del percorso ebike Verghereto – Rimini